Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia della Psiche |
L'approccio PNEI consente, a mio avviso, di soffiar via, come un vento (πѵέɩ è la terza persona singolare del verbo greco πvɛῖѵ, che significa “soffiare” !), le tentazioni riduzioniste verso la biologia o verso l'informatica, rintracciando le solide radici biologiche della psiche e, al tempo stesso, comprendendone e valorizzandone il livello specifico. E’ indubbio che l'attività psichica emerga dal cervello. |
Almeno la mente che conosciamo, quella che, attualmente, è possibile sottoporre a indagine scientifica, ha questo vincolo biologico: senza cervello, cioè, non si dà attività mentale. Ci sono persone a me vicine, le cui opinioni tengo in gran conto, e altre che godono della mia più sincera stima e, immagino, anche qualche lettore, che la pensano diversamente. Ritengono che ci sia una forma di attività mentale, che, per esempio, una certa tradizione buddhista chiama `mente sottile' o `mente innata', che sfugga a questo vincolo.
Secondo questo approccio, la scienza dovrebbe uscire dal paradigma del cervello quale fondamento biologico della mente e studiare fenomeni, per esempio post mortem, che segnalerebbero un'indipendenza della mente dal cervello. Comunque sia, anche un capo religioso come l'attuale Dalai Lama ammette che, al di là degli ‘stati sottili’, del resto non usuali, la normale attività della mente poggia su fondamenti neuronali. |
C'e quindi una relazione indubitabile tra cervello e mente. Tradizionalmente, la difficoltà ad accettare questa relazione è legata all'idea che l'emergenza di uno stato mentale, giudicato immateriale, non possa provenire da un substrato biologico, cioè materiale per antonomasia.
Questa difficolta si fonda sulla logica occidentale antica, la stessa che Cartesio, il grande critico della logica aristotelico-scolastica, ha messo in discussione, ma non in modo davvero radicale.
Difficoltà che può essere riassunta in queste domande: come è possibile che da un fenomeno ne emerga un altro con caratteristiche fortemente dissimili?
Questa difficolta si fonda sulla logica occidentale antica, la stessa che Cartesio, il grande critico della logica aristotelico-scolastica, ha messo in discussione, ma non in modo davvero radicale.
Difficoltà che può essere riassunta in queste domande: come è possibile che da un fenomeno ne emerga un altro con caratteristiche fortemente dissimili?
Come è possibile che dall'attività di un organo materiale (il cervello) possa emergere un'attività che appare immateriale (la psiche)?
Per Ia tradizione aristotelica e anche per il ragionamento cartesiano la causa di un fenomeno «deve contenere almeno tanta realtà quanta ce n'è nel suo effetto».
C'è quindi una relazione quantitativa e qualitativa tra la causa e il suo effetto, il quale deve comunque contenere almeno alcune delle Caratteristiche della causa che l'ha generato.
Per Ia tradizione aristotelica e anche per il ragionamento cartesiano la causa di un fenomeno «deve contenere almeno tanta realtà quanta ce n'è nel suo effetto».
C'è quindi una relazione quantitativa e qualitativa tra la causa e il suo effetto, il quale deve comunque contenere almeno alcune delle Caratteristiche della causa che l'ha generato.
Poi Cartesio stesso si accorge che è una logica traballante in quanto, sviluppando il suo ragionamento, nelle Meditazioni metafisiche (quarta meditazione), si chiede: «Come è possibile che Dio, un essere perfetto, abbia potuto generate un essere imperfetto?» E quindi da una causa assolutamente spirituale e perfettissima possa derivare un effetto che e un composto di anima e corpo e per giunta cosi imperfetto?
«I fini di Dio non sono conoscibili», risponde il filosofo, buttando Ia palla fuori dal campo, dal campo della logica, voglio dire!
Invece, negli ultimi cinquant'anni è diventato chiaro che modificazioni che intervengono in un livello possono far emergere realtà, le cui caratteristiche non sono contenute nel livello da cui sono emerse.
«I fini di Dio non sono conoscibili», risponde il filosofo, buttando Ia palla fuori dal campo, dal campo della logica, voglio dire!
Invece, negli ultimi cinquant'anni è diventato chiaro che modificazioni che intervengono in un livello possono far emergere realtà, le cui caratteristiche non sono contenute nel livello da cui sono emerse.
E il principio della complessità. Su questo Lurija, Varela e Bateson forniscono chiavi interpretative molto convincenti, che non riprendo. I meccanismi con cui dalle reti neuronali emerge attività psichica, mi pare possano trovare risposte altrettanto convincenti nel modello proposto da Edelman, con il ruolo chiave svolto dalle connessioni rientranti e dai meccanismi di selezione neurale. |
Il livello psichico, però, non è un semplice epifenomeno, ha una sua potente articolazione strutturale, complessità, relativa autonomia e capacità di azione sul livello nervoso nonchè sugli altri grandi sistemi di regolazione fisiologica, come vedremo in dettaglio … Le vie tramite cui il livello psichico influenza gli altri livelli sono raggruppate nel sistema dello stress, con le sue correlazioni neuroendocrine, nervose e immunitarie, e nel sistema nervoso centrale e periferico.
Le modalità con cui opera il livello psichico sono, con tutta probabilità, centrate sulle immagini.
Come propone Bateson, I'immagine è forse il modo più economico che il cervello dei mammiferi ha per far passare rapidamente informazioni tramite varie interfaccia cerebrali.
Nell'immagine c'è un'informazione sintetica capace di attivare vari circuiti, ma in modo particolare i circuiti che collegano il sistema limbico (amigdala, ippocampo e ipotalamo) con le aree corticali elaborative ed esecutive. La decodificazione dell'immagine chiama in causa, come vedremo meglio (…), il ruolo centrale della memoria, che fornisce all'animale e quindi anche a noi la possibilità di paragonare la rappresentazione mentale ad altre già codificate, che fanno parte delle memoria autobiografica
Come propone Bateson, I'immagine è forse il modo più economico che il cervello dei mammiferi ha per far passare rapidamente informazioni tramite varie interfaccia cerebrali.
Nell'immagine c'è un'informazione sintetica capace di attivare vari circuiti, ma in modo particolare i circuiti che collegano il sistema limbico (amigdala, ippocampo e ipotalamo) con le aree corticali elaborative ed esecutive. La decodificazione dell'immagine chiama in causa, come vedremo meglio (…), il ruolo centrale della memoria, che fornisce all'animale e quindi anche a noi la possibilità di paragonare la rappresentazione mentale ad altre già codificate, che fanno parte delle memoria autobiografica
Questo paragone avviene in un lampo e non utilizza vie logico-razionali, ma in prima lettura, una modalità Gestalt e in particolare e in particolare quegli elementi che Bates chiama “segnacontesto”, i tratti distintivi di un contesto, di una situazione nota, nella quale ci siamo comportati in un certo modo. Le immagini che attivano modelli interpretativi e di comportamento sono strettamente personali, hanno i nostri colori, il nostro odore, il nostro calore, come dice James.
Vengono costruite dando il nostro segno al vasto materiale proveniente dal contesto storico evolutivo, sociale e interpersonale. Il livello psichico è influenzato non solo dal sistema nervoso centrale, ma anche dagli altri sistemi, che reagiscono a stimoli ambientali e a comportamenti individuali. … La psiche può essere influenzata dall’alimentazione, dall’attività fisica, dall’attività del sistema immunitario. La psiche nella sue dimensioni inconscia, emozionale e cosciente, è il frutto dell’evoluzione che si realizza tramite il un contesto umano, che è sociale, culturale, e storicamente determinato, e che interagisce con contesti naturali più ampi. In questo senso come ha giustamente notato Lurija , non è possibile ridurre l’evoluzione della psiche umana all’evoluzione del cervello.
Occorre invece inquadrare il formidabile contributo che la psiche umana, tramite la trasmissione culturale intergenerazionale, ha fornito all’evoluzione del cervello e dell’organismo umano nl suo insieme. La coscienza quindi, a differenza proposto dal modello freudiano, non dovrebbe avere come obiettivo la bonifica della natura interna, e cioè l’omologazione dei “territori selvaggi” dell’ES alla Ragione, bensì la comprensione della complessità dell'Uomo e dei contesti in cui opera.
Riconoscimento della complessità propria e altrui, della mente altrui in senso batesoniano, vuol dire ispirare e costruire una scienza non riduzionista, non prepotente verso di sè e verso gli altri sistemi; vuol dire ispirare comportamenti basati sulla compassione verso il mondo che è in noi ( archetipi collettivi) e verso il mondo fuori di noi; vuol dire quindi favorire l’emergere di persone capaci di non rimanere prigioniere dei contesti , ma di essere “trans-contestuali”, senza divenire disadattate, bensì flessibili, creative e, al tempo stesso, socialmente integrate perché perseguono fini collettivi e sociali.
Riconoscimento della complessità propria e altrui, della mente altrui in senso batesoniano, vuol dire ispirare e costruire una scienza non riduzionista, non prepotente verso di sè e verso gli altri sistemi; vuol dire ispirare comportamenti basati sulla compassione verso il mondo che è in noi ( archetipi collettivi) e verso il mondo fuori di noi; vuol dire quindi favorire l’emergere di persone capaci di non rimanere prigioniere dei contesti , ma di essere “trans-contestuali”, senza divenire disadattate, bensì flessibili, creative e, al tempo stesso, socialmente integrate perché perseguono fini collettivi e sociali.
(*) Francesco Bottaccioli è fondatore e presidente onorario della Società Italiana di PsicoNeuroEndocrinoImmunologia, associazione scientifica che raggruppa studiosi di diversa estrazione che approcciano la tematica con una metodologia inter-multidisciplinare. Dirige la SIMAISS Scuola di medicina Integrata. Insegna PsicoNeuroEndocrinoImmunologia in corsi universitari di specializzazione post-laurea.
(**) Tratto da F. Bottaccioli, (1995-2005) "PsicoNeuroEndocrinoImmunologia: i fondamenti scientifici delle relazioni mente-corpo. Le basi razionali della medicina integrata", 170-172 (Ed. RED).
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